Nonostante negli ultimi anni gli operatori del turismo (quelli seri ed affidabili) abbiano compreso che contestare i diritti dei propri clienti sia una condotta contraria alla necessità di vendere i propri prodotti e conquistare un mercato in crisi, negli ultimi mesi sia le compagnie aeree che alcuni tour operator sembrano aver scelto la via del contenzioso, affidandosi, sempre più spesso, a studi legali sicuramente esperti in altre materie giuridiche (bancario, assicurativo, diritto industriale….) ma non di certo nel marketing turistico.
In particolare, senza fare nomi, alcuni vettori aerei, vengono rappresentati da professionisti che non hanno mai avuto alcuna esperienza con l’Aviation o che, ci si passi la provocazione, l’unico rapporto con un tour operator l’hanno avuto durante l’organizzazione delle proprie vacanze.
Il risultato, noto a chi conosce l’ambiente, è quello di un aumento smisurato di contenziosi che, a causa della miopia degli interlocutori, sta quotidianamente intasando le aree di Tribunale.
Causa di tale problema, può essere rilevato dall’analisi del rapporto tra detti studi legali ed i propri assistiti, che affidandosi a prestazioni c.d. a “forfait” non si preoccupano né della qualità del servizio che tali professionisti effettivamente danno, né, tantomeno, del rischio di avere un eccessivo numero di contenziosi.In sostanza invece di trovare bonari componimenti delle controversie insorte le alimentano con atteggiamenti ostili ed alle volte disinteressati.
Le compagnie aeree, miopi anche loro, vengono ulteriormente ingannate dalla lentezza della macchina processuale che impone tempi processuali superiori ai 4 anni prima di avere una sentenza. Il risultato, inevitabile, è che quando arrivano le sentenze, il management della società preoccupato dell’intercorsa passività tende a cambiare consulente e la giostra ricomincia, ma con budget più limitati.
Tale procedura determina il rischio, attuale e concreto, che la ricerca da parte degli operatori dei servizi turistici di studi legali che diano un servizio a costi sempre inferiori, siano obbligati ad affidarsi a strutture che non hanno la “mentalità”, nè il tempo di analizzare il caso concreto e di capire la funzione della propria attività professionale (a tale problematica dedicheremo uno speciale nei prossimi mesi).
Si pensi che alcune compagnie aeree hanno forfait per meno di 50 mila euro l’anno per l’assistenza legale, giudiziale e stragiudiziale, di centinaia di sinistri in tutta Italia, tanto che il contenzioso relativo ai vettori aerei ed ai Tour Operator è diventato una vera palestra per giovanissimi praticanti a basso costo, che, ovviamente, non consapevoli dell’importanza della propria attività, si limitano a costituirsi in giudizio “copiando” comparse di costituzione senza neppure preoccuparsi di aggiornare la giurisprudenza.
Nella mia esperienza, infatti, non mi è mai capitato anche nei casi più evidenti, di incontrare di assistere ad una ammissione di responsabilità di una società che opera nel settore turistico, tanto che, forse, in alcuni casi, sarebbe necessario ricorrere a sentenze punitive, a parere di chi scrive unico antidoto per ottenere la riapertura di un dialogo tra Turista e operatori del settore. Avv. Fabio Collavini