Avv. Fabio Collavini la pandemia ha cambiato le abitudini delle persone ed inevitabilmente ha prodotto profondi cambiamenti anche nelle misure di prevenzione. Nel trasporto aereo il coronavirus ha imposto una riduzione delle rotte, specifici controlli sanitari, riduzione dei servizi ed ovviamente tariffe più elevate. Le compagnie aeree si trovano di fronte a decisioni spesso drastiche, che, tuttavia, si rendono necessarie per poter resistere alla crisi di un mercato completamente fermo. Ovviamente, la prevenzione è la linea guida di ogni intervento che, inevitabilmente, cambierà il nostro modo di viaggiare. Ogni passeggero avrà l’obbligo di utilizzare mascherine sanitarie e abituarsi a mantenere distanze sociali di sicurezza, adeguandosi anche a nuove regole per interagire con il personale di terra ed i membri dell’equipaggio. Cambieranno anche le semplici procedure di imbarco e sbarco subiranno, con inevitabili ripercussioni sulle tempistiche di volo, con allontanamento dei passeggeri dal trasporto aereo con riferimento al corto raggio. La verità è che il trasporto aereo si è trovato impreparato a gestire un problema epocale come quello di una pandemia diffusa in tutto il mondo ed ora deve affrontare le problematiche operative di una convivenza con “un passeggero decisamente sgradito” che ha imposto una riduzione dei voli di oltre il 70%. L’emergenza sanitaria ha inoltre determinato anche una profonda trasformazione delle abitudini lavorative di aziende e professionisti che hanno cominciato in tutto il mondo ad utilizzare la tecnologia per svolgere il proprio lavoro a distanza, ottimizzando tempi e costi, a discapito dei viaggi di lavoro. Anche sul versante turistico, come confermato recentemente dalla IATA, ci sarà una profonda contrazione, con un prevedibile rallentamento da 6 mesi ed un anno prima di poter tornare a viaggiare. La stima preoccupante è di una riduzione del 50% della biglietteria aerea nel prossimo futuro. D’altro canto, anche ove i passeggeri decidessero di viaggiare dovrebbero affrontare la problematica del limitato numero di posti e dei costi decisamente più elevati dovuti, come detto alle misure di sicurezza. Tale ultimo profilo, potrebbe determinare anche cambiamenti logistici all’interno dell’aeromobile, creando inaccettabili condizioni di trasporto per i passeggeri specialmente nei voli di lungo raggio. Potrebbe essere infatti prevedibile una riduzione dei servizi per le classi economy (al fine di non aumentare eccessivamente i prezzi) e la trasformazione degli spazi imposti dalle misure di sicurezza in aree business o premium per cercare di ottimizzare in qualche modo i già bassi profitti per i vettori aerei. La considerazione finale a cui porta tale breve considerazione è che in assenza di una ripresa, gli aiuti di stato non basteranno a sostenere le compagnie aeree, che non potrebbero resistere più di 6 mesi in questa condizione di stallo dovendo poi dichiarare fallimento. Tale rischio, apre una ulteriore polemica sulle scelte del governo italiano di autorizzare vettori aerei stranieri a trattenere il prezzo dei biglietti acquistati da parte dei consumatori, dietro il rilascio di un voucher, utilizzabile entro un anno dalla sua emissione, senza alcuna garanzia su tale titolo di credito o possibilità di riscattarlo in caso di impossibilità a fruirne. È di immediata evidenza, infatti, che aver imposto un termine di validità limitato a 12 mesi, determinerebbe inevitabilmente, l’obbligo del passeggero di utilizzare tale voucher (che non è un biglietto ma un titolo di viaggio) per acquistare biglietteria a prezzi necessariamente più elevati, condizionata alla disponibilità dei posti da parte del vettore aereo. È altresì immaginabile, che i passeggeri in genere, saranno scoraggiati a viaggiare nel prossimo anno a causa delle conseguenze economiche della crisi e dei potenziali rischi di contagio durante i trasferimenti aerei, rendendo di fatto inutilizzabili i crediti trasferiti attraverso i voucher. I vettori, d’altro canto, attesa la massiva emissione di voucher sarebbero in ogni caso obbligate a viaggiare, ma, in assenza di richieste ulteriori, la domanda basata solo sul riscatto dei voucher sarebbe insufficiente per garantire la prosecuzione dell’attività aerea.