E’ capitato a tutti, almeno una volta, di subire la cancellazione del volo.
A seguito della rabbia iniziale per aver visto pregiudicati i propri impegni, costretti a sostenere un’attesa interminabile in aeroporto, senza assistenza o informazioni, residua spesso nel passeggero l’ulteriore frustrazione per non capire le motivazioni del disinteresse della compagnia aerea ai principi base imposti da parte della Comunità Europea in tema di compensazione pecuniaria.
Ebbene, la risposta al perché i vettori aerei non risarciscono mai è di natura commerciale.
Non risarcire e subire i costi di un eventuale contenzioso, in sostanza, conviene alla compagnia aerea. Ed infatti, nel caso la compagnia aerea, ottemperando a quanto prescritto da parte del reg. ce 261/04, offrisse sempre la compensazione pecuniaria e le assistenze del caso si troverebbe a corrispondere, quotidianamente, € 250 -€ 400-€ 600 a migliaia di passeggeri, con esborsi spesso ingenti.
Allo stesso modo, assicurare i passeggeri per i casi di cancellazione graverebbe eccessivamente sulle casse dei vettori; basti pensare che se il premio per ogni utente fosse anche solo limitato a € 2,00, un traffico medio di 2 milioni di passeggeri genererebbe un esborso costante sulle casse della compagnia aerea di oltre 4 milioni di Euro.
Negare metodicamente ogni forma di compensazione ed assistenza, risponde pertanto ad una attenta strategia commerciale atteso che solo il 4% dei passeggeri coinvolti in una problematica operativa nel corso del proprio viaggio agiscono per ottenere il dovuto rimborso, che, spesso, viene poi corrisposto senza eccessivi aggravi di spese in via transattiva, attesa l’ingiustificata lungaggine delle azioni civili.
Il consiglio è dunque quello di non desistere e di rivolgervi a strutture e professionisti specializzati che conoscano attentamente le procedure interne delle compagnie aeree e, soprattutto, l’attuale specifica normativa di settore. Affidatevi a Salvaviaggio.com
Avv. Fabio Collavini