Per tutti coloro che hanno avuto la possibilità di conoscere l’innovativa idea turistica del Villaggio Organizzato lanciata nel lontano 1964 da parte della Italconsult, con partecipazioni da parte della Fiat, dell’Alitalia, dell’Aci, della Sara assicurazioni, della Cit e della Banque Lamber, la notizia dell’AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA della gloriosa Valtur non sorprende.
Negli ultimi anni l’idea Valtur, fucina di show man (vedi Fiorello- Beppe Quintale, Teo Mammuccari…) e di un irrazionale divertimento sfrenato si è trasformata in un mero strumento di investimento commerciale. Il risultato è stato una sorta di spersonalizzazione del marchio Valtur, per anni simbolo dele vacanze di milioni di italiani.
Tale mutazione ha visto sopperire, nell’ultimo decennio, figure significative delle nostre estati quali il capovillaggio onnipresente, il capo sport instancabile, il vulcanico capo animazione per far prosto al più organizzato e serioso oganigramma alberghiero con la figura di un direttore e del personale.
Ebbene, all’alba del 2012 il sole Valtur sembrerebbe oramai tramontato, lasciando il posto ad una grigia Amministrazione Straordinaria. Tanto doverosamente premesso, oltre ai profili sentimentali legati ai ricordi, deve rappresentarsi, con la dovuta attenzione, anche la preoccupazione e la frustrazione di tutti i creditori di tale azienda nella oramai certa consapevolezza di non recuperare più i crediti maturati negli anni a causa del sempre maggiore stato di decozione della società turistica.
Eppure, il caso Alitalia avrebbe dovuto insegnarci qualcosa.Ed infatti, seppur l’Amministrazione Straordinaria dovrebbe mirare al recupero e al risanamento delle grandi imprese che versano in uno stato di insolvenza, per evitare la dispersione del patrimonio aziendale e la perdita di un gran numero di posti di lavoro, tale procedura concorsuale è utilizzata il più delle volte come strumento speculativo, per vendere gli asset della società in crisi a condizioni estremamente vantaggiose a terzi interessati, lasciando, in tal modo, i debiti all’interno della Amministrazione Straordinaria.
Se a tale manovra si aggiunge che anche tutti i giudizi instaurati da parte di società creditrici, dipendenti e turisti insoddisfatti, negli ultimi anni verrebbero dichiarati imbrocedibili, le finalità della strategia sembra estremamente evidente. La legge infatti, per raggiungere il risultato consente all´amministratore giudiziario di scegliere in via alternativa:
– La cessione dei complessi aziendali, sulla base di un programma di prosecuzione dell’esercizio dell’impresa di durata non superiore ad un anno (“programma di cessione dei complessi aziendali”),
oppure:
– La ristrutturazione economica e finanziaria dell’impresa, sulla base di un programma di risanamento di durata non superiore a due anni (“programma di ristrutturazione”).
Ovviamente, in casi di eccessivo indebitamente la decisione ricade sempre sulla “svendita” di beni a società concorrenti o a nuovi soggetti giuridici che con nomi similari continueranno a svolgere la medesima attività della societa amministrata.
In sostanza, scenario prevedibile potrebbe essere quello di veder rinascere, sulle ceneri di una Valtur gravemente indebitata e aggredita da creditori e turisti, una nuova Valtur priva di ogni gravame, che continuerà ad operare nel settore turistico con medesimo logo e nome similare (es. Valtur villaggi – o Valtur Italia) come insegnato dalla Alitalia.
Il tutto, tuttavia, in danno alle piccole imprese che per anni hanno fornito beni e servizi al gruppo turistico in Amministrazione Straordinaria, trasformato grazie ai benefici del decreto Marzani, ci sia passato il termine, come una scatola vuota inattaccabile.
Lasciando immaginare le gravissime ripercussini verso coloro che vantano crediti verso la morente Valtur, si pensi alla gravità delle conseguenze se la medesima strategia venisse utilizzata anche da altre società operanti nel settore turistico e dei trasporti (es compagnie aeree low cost), che non riuscendo ad onorare i debiti di impresa si potrebbero unire per accedere ai medesimi benifici già utilizzati da Alitalia ed oggi dalla Valtur; ma di questo, sperando di non essere stati cattivi profeti, si dirà nei prossimi articoli.
Salvaviaggio.com
Con la collaborazione dell’Avv. Fabio Collavini