L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha confermato l’irregolarità della normativa che permette agli operatori turistici di emettere voucher in luogo del rimborso, per viaggi, voli e hotel cancellati per circostanze eccezionali e situazioni soggettive connesse con l’emergenza da Covid-19. Alla luce del provvedimento dell’Antitrust e dei recenti warnings della Comunità Europea, l’Art. 88 bis della legge 27 del 2020 rischia di perdere ogni valenza, trasformandosi in un vero e proprio boomerang per compagnie aeree e società che operano nell’organizzazione turistica ed alberghiera. D’altro canto, la determinazione del Governo appariva palesemente sbilanciata in violazione dei diritti dei viaggiatori, manifestando criticità in merito: 1. alla difficoltà di emissione di un voucher non automatico, subordinato alla richiesta del viaggiatore; 2. alle problematiche connesse alla difficolta di fruizione nell’arco temporale di 18 mesi; 3. all’assenza di garanzie per i viaggiatori in caso di crisi economica della società emittente il titolo di credito; 4. alla violazione dei principi fondamentali previsti nell’ ordinamento italiano in relazione all’impossibilità sopravvenuta della prestazione (1463 c.c.); 5. alla violazione dei principi costituzionali ed Europei a tutela del viaggiatore e del consumatore in genere. A corollario di tali discrasie era stata rilevata anche una evidente incoerenza nell’inserire, in un decreto chiamato Cura Italia, un provvedimento che permettesse a società straniere, già fruitrici di interventi di aiuto finanziario da parte degli Stati di appartenenza, di negare il diritto restitutorio in favore dei consumatori Italiani (si pensi ad esempio a vettori aerei come Easyjet, Ryanair, o a tour operator e catene alberghiere internazionali). L’errore del Governo, è stato quello di ascoltare solo il polo imprenditoriale della filiera turistica, disinteressandosi di garantire le disposizioni di fonte comunitaria al fine di un equilibrio necessario per rendere efficace un provvedimento finalizzato a sostenere il settore turistico in una fase di emergenza. La critica, tuttavia, non è solo verso l’esecutivo, ma anche nei confronti di chi ha consigliato gli imprenditori del settore, in prima fila i tour operator, che dovevano essere meno aggressivi ed evitare di proporre in Parlamento l’approvazione di uno strumento di credito alternativo al rimborso inammissibile, in quanto privo di qualsivoglia garanzia verso i viaggiatori. Diversamente, come spiegato dall’Antitrust e dalla CGUE, lo strumento del voucher doveva garantire bilateralmente la tutela del credito dei viaggiatori ed un supporto finanziario per le imprese, responsabilizzando attraverso una politica di garanzia entrambe le parti contrattuali. L’appunto rivolto al Governo e alle imprese, dunque, è quello di aver viaggiato a senso unico verso una direzione, decidendo di non condividere tale percorso con i viaggiatori, che rappresentano il carburante del settore turistico. Il rischio è, ora, che in mancanza di una tempestiva correzione della norma l’Antitrust interverrà per assicurare la corretta applicazione delle disposizioni di fonte comunitaria, disapplicando la normativa nazionale contrastante con i principi comunitari a tutela del consumatore. Percepibile è, in tale scenario, l’effetto collaterale di una mancanza di fiducia da parte dei viaggiatori nelle imprese che operano nel settore. E’ dunque, assolutamente necessario, che albergatori, vettori aerei ed i tour operator comprendano la necessità di rideterminare le linee guida per la fruizione di crediti vantati dai consumatori, al fine di evitare azioni da parte delle associazioni, che andrebbero a danneggiare irreparabilmente il comparto turistico. Di contro, i turisti non devono cadere nell’errore di credere che notificare migliaia di cause per ottenere il rimborso di quanto attualmente trattenuto dalle imprese sia la soluzione, perché tale strada potrebbe causare il definitivo default del comparto turistico. Bisogna dunque essere trasparenti e collaborativi, aderendo ad un protocollo che permetta a tutti di superare una crisi, evitando ulteriori errori gestionali. Non sarà possibile rimborsare tutti, ma garantire il credito e la fruibilità della prestazione è oggi la mission principale che deve essere affrontata dalle imprese. È fondamentale affidarsi a consulenti specializzati per pianificare un’azione collettiva necessaria e non più prorogabile, per sostenere il settore economico del turismo, senza aspettare l’inevitabile disapplicazione della normativa nazionale. L’invito rivolto ad Agenti di viaggio, Tour operator, albergatori e alle compagnie aeree è di veicolare tale pensiero ed unirsi in una intesa virtuale con i viaggiatori attraverso l’ausilio di professionisti specializzati, cosi scongiurando il ricorso ad azioni giudiziarie, estremamente onerose, in caso contrario, inevitabili.